Barbarians, la recensione


In tanti mi avete consigliato di vedere "Barbari", la nuova serie Netflix, per poi saperne un mio parere. Bene, devo dire che da una parte mi ha affascinato con labsua trama avvincente, mentre dall'altra parte mi ha fatto storcere un po' il naso, essendo appassionato della storia romana.

Attenzione, non leggete oltre se ancora non avete guardato la serie: da questo punto ci saranno spoiler a perdita d'occhio.

Nella serie notiamo subito una crudelta esagerata da parte dei romani che razziano e malmenano gli abitanti dei villaggi solo per il puro gusto di farlo. I germani, invece, sembrano vivere in pace, avendo solo "scontri " verbali tra tribù. Tutto questo è ben diverso dalla realtà dei fatti: le varie tribù germaniche erano quasi sempre in guerra tra loro e ogni tribù poteva considerarsi quasi uno stato indipendente. L'unico momento di unità tra le tribù lo abbiamo con lo stesso Arminio che riuscirà a tenerle unite, grazie al comune odio verso l'Impero, per neanche 10 anni.

L'esattoria dei tributi non era attuata personalmente dall'esercito romano ma delegata alle stesse tribù. Quindi erano gli stessi germani che riscuotevano i tributi per conto dei romani. Inoltre lo Ius Gentium garantiva un giusto trattamento a tutte le persone non ostili a Roma. 

Arminio non fu rapito dai romani ma fu suo padre Segimero a inviarlo a Roma come ostaggio per evitare ripercussioni in seguito alle sue razzie in Gallia. Arminio intraprese la carriera militare insieme a suo fratello Flavus (che, se non sbaglio, non viene nemmeno citato) e nell'esercito raggiunse forse il grado di Pretore di una Coorte ausiliaria germanica. Arminio non fu allevato né tantomeno adottato da Varo. I due si incontrarono in Germania solo nel 7 d.C., un anno e mezzo prima di Teutoburgo. Non venne mai nominato Reik dei Cherusci da Varo. Sorte che toccò a suo fratello alla fine della sua carriera militare. 

Nella serie la battaglia sembra svolgersi nel giro di qualche ora, nella realtà durò ben 3 giorni. I Romani non vennero mai attaccati in campo aperto da entrambi i lati della colonna. I germani si limitarono a bersagliare la colonna dall'altura di Kalkriese e buona parte dei legionari morì affogata tentando di scappare nelle paludi, mentre altri riuscirono addirittura ad allestire un campo, il tutto sotto una pioggia di frecce, pietre e giavellotti. Lo "scotro finale" si ebbe solo dopo il suicidio di Varo, quando ormai i romani erano già stati decimati anche dalla fame e dal freddo. Alla fine della battaglia si vedono i germani festeggiare allegramente e farsi beffa dei nemici, ma vengono tralasciati tutti gli atti brutali commessi dai barbari nei confronti dei sopravvissuti: sacrifici umani, mutilazioni e torture. 

Come dicevo all'inizio, se la trama pecca di attendibilità storica, d'altro canto costumi e ambientazioni sono molto fedeli agli originali. Però c'è un errore come la solita staffa (sconosciuta agli europei fino all’alto medioevo).

Ultimamente sul sito della battaglia è stato ritrovato un nuovo modello di lorica che è leggermente diverso dal modello Corbridge. Tuttavia non inserisco questo dettaglio tra gli errori in quanto le registrazioni sono precedenti al ritrovamento.

Finalmente gli elmi degli ufficiali sono decorati con piume colorate e non dal classico "scopettino" in PVC. Allo stesso modo i germani sono vestiti con abiti colorati con diverse fantasie e non dalle solite pellicce.

In conclusione si sarebbe potuto ripercorrere fedelmente i fatto senza romanzare e distorcere gli avvenimenti per far sembrare i romani una specie di nazisti sanguinari ante litteram e i germani un popolo pacifico in simbiosi con la natura. Insomma, una caratterizzazione così spinta dei personaggi romani risulta caricaturale e per certi versi anche grottesca.

--Antonio Lombardi - @igerbardi