Suburra, il quartiere peggiore di Roma

Tra le sue strade strette, sporche e rumorose a partire dal III secolo a.C. si svolgeva la vita quotidiana della Roma popolare abitata da teatranti, gladiatori e cortigiane.

Nel libro primo delle Laudi di Gabriele D’Annunzio si legge:

“…Alla libidine atroce

Ogni strada era suburra”

Il termine suburra è usato nel suo significato letterario di quartiere malfamato: e proprio questo era nell’antica Roma  Suburra, in latino Subura, la zona dell’Urbe che corrisponde all’attuale Quartiere Monti, a ridosso dei Fori Imperiali, non lontano dalla stazione Termini e dal Quirinale.

Di tutti i quartieri popolari di Roma, Suburra era il più malfamato e il più pericoloso: qui si trovavano le bettole più malfamate, rifugio di prostitute, ladri e ogni genere di fuorilegge. Dopo il tramonto, camminare tra le sue strade era una sfida al destino: i delitti erano all’ordine del giorno e chi era costretto ad attraversare il quartiere lo faceva scortato da schiavi armati e muniti di fiaccole.

Anche per questo, e per proteggersi dai ripetuti incendi della Suburra, i ricchi romani al potere si erano limitati a far erigere un muro attorno al quartiere, ottenendo l’effetto di accentuare il dislivello tra Roma e Suburra, la cui etimologia - secondo alcuni - rimanderebbe proprio alla posizione “sub urbe”, cioè più bassa rispetto a quella della città. Ma come tutti i luoghi popolari, anche la Suburra ebbe le sue celebrità: vi nacquero Giulio Cesare (100 a.C.-44 a.C.) e il poeta Marziale (40 d.C.-104 d.C.).

Ma Suburra era soprattutto il cuore dell’altra Roma, quella dei bordelli e delle bettole poco raccomandabili, tollerate dal potere e dai ricchi che nel quartiere a luci rosse si recavano per soddisfare la propria lussuria.

Le visite di Valeria Messalina (25 d.C.-48 d.C.), moglie dell’imperatore Claudio, erano proverbiali. Raccontano i biografi Svetonio e Tacito che si travestiva da prostituta (bastava togliersi la stola delle matrone e indossare una parrucca rossa) per recarsi nel quartiere e che si presentasse nei bordelli per offrirsi a marinai e gladiatori.

Nerone (37 d.C.-68 d.C.), invece, vi si recava travestito da poveraccio per verificare gli umori del popolo sul suo governo (al tempo non esistevano i sondaggi).

L’anima popolare del quartiere Monti, dove ancora esiste Piazza Suburra, ha resistito nei secoli, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, fino al restyling di Roma di fine ottocento, successivo alla Breccia di Porta Pia.

Ma dove Papi, invasori e architetti si sono arresi, è arrivata la gentrificazione (in poche parole una riqualificazione del luogo) che ha fatto della vecchia Subura romana un luogo alla moda, anche per la sua posizione centrale. Dell’antica Suburra ormai resta solo il valore nominale di “insieme dei quartieri più malfamati di qualsiasi grande città”, che ne ha anche fatto il titolo di libri e serie tv.