I Crupellarii, un muro d'acciaio contro Roma

Durante il principato di Tiberio avvenne una violenta ribellione in Gallia contro i romani. Tacito racconta che un quinto dei ribelli era armato come i legionari, i restanti con armi di fortuna, mentre c'era un gruppo di gladiatori, i crupellarii, i quali indossavano una particolare corazza a piastre che li proteggeva completamente:

"A dodici miglia dalla città (Augustodunum), Sacroviro (uno dei capi della rivolta) apparve con le truppe (...) in prima linea aveva messo i crupellarii, ai fianchi le coorti, i male armati alle spalle. (...) le legioni si avvicinavano schierate a battaglia (...) Silio (comandante dei romani) andava gridando che era un vergogna per loro, vincitori dei germani, marciare ora contro i galli come contro un nemico temibile (...) Un grido immenso rispose a queste parole e la cavalleria attaccò ai lati, la fanteria di fronte, senza incontrare resistenza. (...) Un po' di ritardo causarono i crupellari, poiché le piastre di ferro resistevano ai giavellotti e alle spade; ma i soldati, afferrate scure e picconi, come se dovessero sfondare una muraglia, fendevano corazze e corpi"

Tacito, Annali, III, 45-46

Da questa breve descrizione di Tacito possiamo renderci conto che questo tipo di gladiatore si dimostrava una vera e propria fortezza inespugnabile, capace di resistere a qualsiasi colpo inflitto dai romani che, per sconfiggerli, utilizzarono in quell'occasione addirittura asce e picconi come se dovessero abbattere un muro. Tuttavia, per la pesantezza della loro corazza, risultavano poco utili nella fase offensiva e, una volta caduti, non avevano più la forza di rialzarsi autonomamente.

Negli anni seguenti, come di consueto, i romani inserirono il "Crupellarius" negli spettacoli gladiatorii come tutte le altre figure guerriere sconfitte, che in passato avevano sfidato Roma.