Le mura Teodosiane, un capolavoro difensivo per la "Nuova Roma"

Dopo la rifondazione costantiniana la città andò incontro a un progressivo incremento demografico che ne determinò l’espansione verso Ovest e quindi fu necessario un ampliamento della cinta muraria a protezione della “Nuova Roma”.

Le nuove mura vennero edificate sotto l’imperatore Teodosio II (408 d.C.-450 d.C.). Nel 412-413 d.C. si diede avvio alla costruzione, sotto la direzione dell’architetto, nonché prefetto del Pretorio, Anthemius. Nel 422 d.C. le mura, provviste di torri, furono completate, ma nel 447 d.C. un terremoto distrusse 57 torri che però vennero riparate addirittura in 60 giorni dal prefetto Costantino.

Le mura segnarono il limite definitivo della città imperiale. I frequenti restauri vengono ricordati da iscrizioni murate nelle cortine o in prossimità delle porte. Le mura Teodosiane presentano molteplici analogie con quelle della capitale hittita di Hattuşaş (oggi Boğazkale), delle quali costituiscono un modello avanzato.

Questo nuovo e straordinario sistema difensivo era formato da una triplice cinta muraria che comprendeva:

● un fossato con antemurale;

● un muro esterno con 92 torri;

● un muro interno con 96 torri;

● porte d’accesso (non tutte originarie).

La cinta è lunga circa sei chilometri e mezzo (6670 metri), si estende da sud a nord a partire dalla Mermerkule (torre di marmo) fino ad Ayvansaray. La vasta area interna è divisa in 14 distretti (stesso numero di Roma) che comprendono numerosi vici (zone rurali adibite a orti che si alternano a zone urbanizzate, con complessi pubblici o residenziali) progettate in ottica futura in quanto la popolazione di Costantinopoli, da 200.000 abitanti nell’età di Costantino, crebbe esponezialmente raggiungendo i 500.000 abitanti in quella di Giustiniano.

Il circuito fortificatorio si completa con le mura lungo il Mar di Marmara e con quelle lungo il Corno d’Oro. Fortificato lo è anche il quartiere di Pera (oggi Galata) sull’opposta sponda del Corno d’Oro.

L’ingresso più importante è la Porta d’Oro (Khrysai Pylai), che conduceva lungo la via principale (Mese) attraverso i fori sino alla piazza più importante della città (Augusteion). Si tratta di una doppia porta strutturata come un arco di trionfo a triplice fornice che in età ottomana venne inglobata nella Yedikule, fortezza con sette torri.

Costantinopoli fu dotata anche di mura marittime lungo la sponda del Mar di Marmara, oggi in gran parte demolite, che si estendevano per otto chilometri e mezzo e comprendevano 188 torri rettangolari o esagonali.

Fra gli ingressi principali alla città c’è l’Ahirkapi, che funzionò da entrata al Grande Palazzo. Questo ingresso, però, perse la sua importanza sotto Giustiniano, in quanto il Palazzo di Ormisda fu incorporato in quelloimperiale.

Le mura marittime lungo la sponda del Corno d’Oro, oggi in gran parte demolite, continuavano in direzione nord verso quelle del Mar di Marmara e si collegavano al palazzo fortificato delle Blacherne.

Insomma, queste mura resero inespugnabile Costantinopoli per secoli: dalle orde degli Unni di Attila ai Crociati fino ad arrivare al fatidico 29 maggio del 1453 in cui Costantinopoli, insieme al suo ultimo imperatore Costantino XI Paleologo, dopo aver opposto una fiera resistenza per circa 2 mesi di assedio e quasi totalmente ignorata dalle grandi potenze europee, cadde per mano dei Turchi Ottomani comandati dal sultano Maometto II, che si servì di un nuovo genere di arma, i cui colpi potevano distruggere anche il bastione più spesso e, col suo frastuono, incutere timore agli assediati. Questa nuova arma veniva chiamata "bocca di fuoco", quel che noi oggi chiamiamo cannone.