La Renovatio Imperii di Giustiniano I, un sogno che costò caro all'Impero d'Oriente

Per Renovatio Imperii (o Restauratio Imperii) intediamo il progetto espansionistico dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano I, intento a riconquistare il territorio appartenente all'Impero Romano d'Occidente ormai crollato.

Il suo sogno era di riportare l'Impero Romano al suo vecchio splendore, sotto la guida di un unico Imperatore, anche se la sua capitale sarebbe stata Costantinopoli e non più Roma o Ravenna, come in precedenza.

Nel 532 d.C., dopo aver ottenuto la pace con la Persia, Giustiniano ebbe via libera, non essendo più impegnato nel fronte orientale, alla riconquista dell'Occidente. Pensò per prima cosa di annettere al suo Impero il Regno dei Vandali in Africa.

Giustiniano affidò l'impresa di conquistare l'Africa al generalissimo Belisario, che già si era distinto contro i Persiani e che soprattutto aveva salvato il trono dell'Imperatore sedando la rivolta di Nika. La spedizione partì nel 533 e nel giro di un anno riuscì a distruggere il regno vandalico, che fu annesso all'Impero. I nuovi territori conquistati (Africa del Nord più Sardegna, Corsica e Isole Baleari) formarono una nuova prefettura del pretorio d'Africa, mentre Belisario ritornò a Costantinopoli portando con sé come prigioniero Gelimero.

L'assassinio della reggente Amalasunta, attuato da suo cugino Teodato per impossessarsi del trono goto, fornì una "casus belli" a Giustiniano per dichiarare guerra agli Ostrogoti nel 535 d.C.. Ancora una volta la spedizione venne affidata a Belisario, che conquistò la Sicilia, Napoli e Roma e con esse tutto il Sud Italia. I Goti elessero re Vitige, che preparò la controffensiva gota che si manifestò nell'assedio di Roma durato un anno (537-538 d.C.). L'assedio fallì e Belisario poté riprendere la campagna di riconquista, che sembrò finire con la presa di Ravenna (540 d.C.) e la cattura del re Vitige e del tesoro dei Goti.

L'arrivo della peste (che indebolì sia militarmente che economicamente l'Impero, svantaggiandolo rispetto ai suoi nemici meno evoluti), il richiamo di Belisario in Oriente, l'invasione persiana della Siria, la scelta di mandare in Italia un esattore "rapace", la disunione dell'esercito permise ai Goti, ridotti ormai ad alcune fortezze nel Nord Italia, di riprendersi: essi elessero re Totila, che in breve tempo riuscì a recuperare gran parte dell'Italia. Nemmeno il ritorno di Belisario in Italia, nel 544 d.C., servì a molto: infatti Giustiniano gli aveva fornito un numero esiguo di truppe e per quattro anni Belisario dovette stare sulla difensiva, riuscendo solo a riprendere ai Goti una Roma ormai spopolata e in rovina (547 d.C.). Dopo il richiamo di Belisario, nel 548 d.C., Totila espanse le sue conquiste riprendendo Roma (550 d.C.) e conquistando la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.

Giustiniano allora inviò in Italia come generalissimo Narsete, che completò la conquista dell'Italia (con Sicilia, Sardegna e Corsica), sconfiggendo gli ultimi re goti Totila e Teia, e contrastò i Franchi e gli Alamanni. La guerra gotica, pur essendo di fatto finita nel 555 d.C., durò fino al 562 perché i Goti e i Franchi erano ancora in possesso di alcune fortezze nell'estremo nord della Penisola. Solo nel 562 d.C., con la resa di Verona e Brescia, la guerra poteva dirsi veramente conclusa. Nel 554 d.C. romani d'Oriente conquistarono anche la Spagna meridionale.

Pur essendo vittoriose, le guerre in Occidente portarono a devastazioni non solo in Occidente ma anche in Oriente, dove le frontiere sguarnite a causa del trasferimento delle truppe in Occidente permisero ai Barbari di saccheggiare i Balcani e ai Persiani di saccheggiare la Siria.

 La guerra gotica in Italia, che durò più di vent'anni, causò un enorme regresso economico e sociale della penisola: campagne e città erano state devastate dagli eserciti, e molte città prospere sotto il regno di Teodorico (ad esempio Milano e Roma) erano, dopo la fine del conflitto, parzialmente in rovina. Le ricostruzioni ad opera degli ufficiali bizantini furono solo parziali, ad esempio a Roma è attestata solo la riparazione di un ponte distrutto dai Goti. Lo stesso senato romano conobbe dopo la guerra un irreversibile declino, che si concluse con lo scioglimento agli inizi del VII secolo. In conclusione, le imprese di Giustiniano sono state del tutto catastrofiche per l'Italia.

Giustiniano morì nel 565 d.C. lasciando vuote le casse dell'impero, pur riuscendo a coronare, in parte, i suoi sogni di riconquista. La maggior parte delle terre riconquistate furono perse fra la seconda metà del VI secolo e il secolo successivo: oltre metà del territorio italiano fu occupato stabilmente dai Longobardi pochi anni dopo la sua morte (568-575 d.C. circa), l'Africa cadde in mano araba meno di un secolo più tardi e così pure la Spagna bizantina.