Pompeo e i Pirati del Mediterraneo

La Guerra ai Pirati di Pompeo rappresenta la fase finale delle campagne che Roma condusse per neutralizzare i pirati che infestavano le acque del Mediterraneo orientale e le province che vi si affacciavano. Il tutto si risolse in circa quaranta giorni. In quegli anni i pirati rappresentavano una vera piaga, in particolare per i commerci, e Cassio Dione, nella sua “Storia Romana”, ci racconta che:

“I Pirati non navigavano più a piccoli gruppi, ma in grosse schiere, e avevano i loro comandanti, che accrebbero la loro fama [per le imprese]. Depredavano e saccheggiavano prima di tutto coloro che navigavano, non lasciandoli in pace neppure d’inverno”.

Nel 69 a.C., Pompeo Magno era l’idolo indiscusso delle masse, avendo egli avuto ben due incarichi proconsolari che accrebbero la sua fama, mai nessuno prima di lui aveva avuto un tale onore.

Nel 67 a.C., lo stesso Pompeo ebbe il compito di allestire una potente flotta che fosse in grado di sgominare i pirati, in particolare i cilici, che con le loro scorribande avevano portato guerra e saccheggi ovunque, rendendo impossibile ogni rotta e mettendo in serio pericolo i traffici commerciali marittimi, comprese le preziose forniture di grano per la capitale che, per questo motivo, generò una forte carestia. L’incarico di risolvere il problema fu affidato a Pompeo non senza polemiche: infatti, la fazione più conservatrice del Senato vedeva con forte sospetto il generale romano, temendo il grande potere di cui godeva, tentando allo stesso tempo di boicottarlo e metterlo in cattiva luce. Paradossalmemente tra i più accesi sotenitori di Pompeo vi era anche Giulio Cesare, fatto prigioniero dai pirati qualche anno prima, che  fin dall’inizio tentò in ogni modo di favorirlo. Tuttavia la nomina ufficiale venne dal tribuno della plebe, Aulo Gabinio, che con la “Lex Gabinia”, concedeva a Pompeo la conduzione della guerra ai pirati per tre anni, attribuendogli inoltre il controllo assoluto sui mari, ponendolo al di sopra di ogni sovrano orientale. Oltre a tutto ciò gli si dava la possibilità di accedere al tesoro dello Stato secondo le esigenze mettendogli a disposizione una flotta di 200 navi da guerra. Per quel che riguarda i pirati, Plutarco afferma che questi, dopo la prima Guerra Mitridatica, potevano contare su almeno un migliaio di imbarcazioni che nei tempi passati avevano messo a ferro e fuoco centinaia di insediamenti.

Per prima cosa Pompeo divise idealmente il Mediterraneo in 15 settori, a capo dei quali mise un proprio legato, cominciando poi a perseguire i nemici, prima in Occidente, scovando i principali quartier generali, e catturando un gran quantitativo di navi, proseguendo poi in Oriente dove strinse d’assedio le coste della Cilicia, dove Pompeo decise di condurre in prima persona le operazioni con le 60 navi, le migliori a disposizione.

Il generale romano aveva quindi prima ridotto all’obbedienza il Mediterraneo occidentale, per poi concentrarsi sulla più critica zona orientale dove si radunavano le forze nemiche maggiori. I pirati più temibili si rifugiarono nei pressi dei monti del Tauro attendendo l’attacco della flotta pompeiana nei pressi del promontorio di Coracesium, dove in seguito furono assediati e poi sonoramente sconfitti.

Dati gli sviluppi, i pirati si arresero insieme a tutti gli insediamenti da loro controllati, mettendo così fine alla guerra in meno di tre mesi. Le navi catturate dai romani furono 71 più altre 306 consegnate dai pirati di loro spontanea iniziativa, gli uomini catturati furono circa 20.000, ma non tutti furono messi a morte, anzi: i prigionieri furono trasformati in contadini e vennero concesse loro delle terre da coltivare nelle zone poco popolate del Medio Oriente in modo tale da evitare future guerre.

Il grande successo ottenuto da Pompeo ebbe come conseguenza che sempre a lui fu affidato il compito di riorganizzare l’intera area del Mediterraneo orientale, portando quindi guerra al Re del Ponto, Mitridate VI, uscendone vincitore, non solo, Pompeo sconfisse anche Tigrane, Re d’Armenia, con cui stipulò trattati, conquistò la Siria di Antioco XIII, occupando in breve tempo Gerusalemme. Il Ponto e la Siria divennero nuove province di Roma.