I Sanniti, la spina nel fianco della Repubblica Romana

Questo fu il più minaccioso e temuto nemico di tutte le altre tribù e popolazioni con cui i Romani si trovarono a dover contendere la supremazia della penisola italica.
Forti e valenti, essi possedevano un territorio più ampio (che comprendeva quasi tutto il Centro-Sud della penisola, chiamato Sannio) e un’organizzazione più risoluta di qualsiasi altra popolazione della penisola.
Dal 343 al 290 a.C., impegnarono i Romani in tre conflitti noti come guerre sannitiche, e riaccesero la lotta contro di essi ogni volta che se ne offrì l'occasione nel corso dei due secoli seguenti.
La guerra che prese nome da Pirro, fu in realtà una quarta guerra sannitica, come infatti Tito Livio suggerisce e Orosio afferma esplicitamente.
I Sanniti si meritarono anche l'elogio dello stesso Tito Livio:<<"Non sfuggivano la guerra e preferivano subire la conquista piuttosto che non tentare con ogni mezzo la vittoria">>.

Del periodo sannita ci sono pochissimi documenti a disposizione degli Storici, se si escludono alcuni scritti di Tito Livio, il resto si basa solamente su supposizioni e leggende dato che i Romani distrussero tutto quello che poterono e per quello che non si poté distruggere ne venne proibita la diffusione.

I Romani avevano un odio terribile nei confronti dei Sanniti, sicuramente tutto questo era dovuto alla famosa sconfitta delle "Forche Caudine" nel 321 a.C. dove i Sanniti “sconfissero” i Romani (in realtà non ci fu una battaglia perché i Romani, circondati, si accorsero subito di non avere speranza di vittoria) e imposero loro l’umiliazione di passare sotto i gioghi.

Un’importante testimonianza dell’esistenza di questo popolo sono i vari resti, tuttora visibili, di antiche città e di antichi teatri soprattutto in Campania (in provincia di Caserta) e in Molise (in provincia di Isernia).