Luni, il porto della dea Luna

Avamposto mercantile e militare in territorio ligure, la colonia di Luni, fondata nel 177 a.C., è oggi una delle più vaste aree archeologiche dell’Italia del Nord e conserva ricche testimonianze di età romana.

Dopo la fine della Seconda guerra punica, nel 202 a.C., Roma riprese la sua politica di espansione verso nord. Si trattava anche di una “riconquista”, perché il passaggio di Annibale aveva spinto contro l’Urbe sia Celti che Liguri già sottomessi. Questi ultimi si dimostrarono bellicosi e restii a riconoscere la supremazia dei Romani, che per contrastarli crearono la colonia di Luna, oggi Luni, alla foce del fiume Magra, sul confine tra Etruria e Liguria. Passata attraverso periodi di grande fioritura, grazie al suo porto e alla vicinanza con le Alpi Apuane, da cui si estraeva già allora il marmo di Carrara, l’area archeologica di Luni è una delle più vaste dell’Italia Settentrionale. Decaduta nel Medioevo a causa del progressivo insabbiamento del porto e all’impaludamento della zona, che divenne malarica (non mancarono le incursioni piratesche, fra cui quelle degli Arabi e dei Vichinghi), la città fu per lungo tempo un luogo di approvvigionamento di materiali antichi, per essere poi riscoperta all’inizio dell’Ottocento.

Fondata nel 177 a.C. come  avamposto militare, la città, che fu un importante porto fluviale e marittimo, sorse probabilmente su quello che una volta era stato un emporio etrusco controllato dai Liguri. Il paesaggio dell’epoca era diverso da quello attuale, perché la linea di costa era vicina alla città, che oggi invece si trova ampiamente arretrata rispetto al mare. Anche il nome Portus Lunae (Porto della Luna) era già conosciuto in un periodo precedente alla fondazione della colonia. La stessa consacrazione del luogo alla dea Luna (forse per il profilo a mezzaluna della costa) risaliva probabilmente all’epoca in cui il luogo era frequentato dai mercanti greci.

La colonia si estende su un’area di 24 ettari, tra mura fortificate. Le due vie principali, cardo e decumano, si incrociano all’incirca al centro dell’area e attorno a essi si sviluppano le varie costruzioni, sia pubbliche che private. Tra queste ultime sono state portate alla luce ricche dimore dai pavimenti a mosaico e dalle pareti affrescate (mosaici e affreschi possono essere ammirati nel sito archeologico), mentre gli edifici pubblici comprendono il cosiddetto “Grande Tempio” e il teatro. Fuori dalla cinta muraria sorgeva invece l’anfiteatro, che poteva ospitare, secondo le stime degli archeologi, fino a 7.000 persone. Il grande tempio dedicato alla Luna fu eretto in età repubblicana e ricostruito in età imperiale. 

Le sculture del frontone, rappresentanti  varie divinità, si  trovano oggi al Museo archeologico di Firenze, ma nell’area museale del sito si possono trovare le fiaccole in bronzo legate al culto della dea, la statua in marmo di un soldato con una raffinata corazza e un basamento con dedica alla dea. Tra le dimore private, degna di nota è la Domus dei mosaici, con opere musive raffiguranti Ercole e il Circo Massimo di Roma. Notevole anche il mosaico che raffigura  il dio Oceano. Ben visibile è inoltre l’area del Foro, con la basilica e altre costruzioni civili. All’interno dell’area archeologica si trova un ampio museo, con statue, ceramiche e una ricca sezione numismatica. Un allestimento didattico permanente permette di “visitare”, infine, una sala da banchetto e una cucina romana.